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– articolo di Claudia Farina* – 

A Lecco, c’è una libreria, arrampicata in cima a una via dritta, nel cuore della città. In questa libreria, i libri prendono vita: ogni tanto si tuffano dagli scaffali, si arrampicano sul tavolo per mettersi in mostra, si scambiano di posto, si nascondono per farsi cercare e quando li trovi ti saltano tra le mani. Si fanno leggere e amano essere letti in gruppo e poi raccontati e condivisi.

A Lecco, c’è La Libreria Volante e, dentro la libreria, non ci sono solo i libri, ma anche – e soprattutto – le persone: quelle che i libri li divorano, quelle che un po’ li temono; i curiosi, i diffidenti, i provocatori; gli innamorati, i saltuari, i passanti e i fedelissimi.

Ci sono i ragazzi. Alcuni, talmente matti da decidere di trascorrere un sabato pomeriggio al mese a parlare di libri. Non di libri in generale, o di un libro a caso, no: si incontrano e discutono di un libro particolare, che ogni mese scelgono e che leggono ognuno dove gli pare. Poi si raccolgono – di solito seduti in cerchio – e ne discutono: «Ti è piaciuto?», «Questo personaggio somiglia alla prof!», «Secondo me, il finale poteva essere diverso: volevo saperne di più», «Ma che fine ha fatto il bambino? È sparito a metà del libro!», «Questo autore è davvero forte, sa sorprenderti quando non te lo aspetti».
Nel mese di aprile, il libro che il Gruppo di Lettura delle 15.00 del sabato, composto da ragazze e ragazzi delle scuole medie di Lecco, ha scelto di leggere è Hotel Grande A, di Sjoerd Kuyper, La Nuova Frontiera Junior, pubblicato nel 2017 e arrivato finalista al Premio Strega ragazze e ragazzi per la categoria 11+.

Cosa hanno pensato i ragazzi di questo libro? La parola ai giovani lettori!

Allora, ragazzi, partiamo dalla trama. Cosa vi è sembrato della storia?
La trama di Hotel Grande A è davvero inaspettata e ricca di colpi di scena. Le premesse del libro sono tragiche: c’è un ragazzo che ha perso la mamma, che vive con le sue tre sorelle – tutte minorenni a parte una – e con il padre, nell’Hotel di famiglia che non va proprio benissimo… Poi, il padre finisce in ospedale, l’Hotel va sempre peggio e i ragazzi si ritrovano a doversi occupare di tutto, con la scuola a cui pensare e gli ospiti e i soldi e gli ispettori… Insomma, diciamo che i presupposti per una storia drammatica ci sono tutti.

E invece?
E invece! La successione degli eventi e dei guai non fa piangere, anzi! Poi ci sono tante storie che si intrecciano tra loro, che arricchiscono la trama principale – quella dei quattro fratelli che tentano di salvare l’Hotel – e che mantengono viva l’attenzione: la storia tra la sorella maggiore e il poeta depresso, quella tra il cuoco hippie motociclista e sua figlia rompiscatole, il giallo della sparizione del pesce dal freezer della cucina, lo scout dell’Ajax in cerca di nuovi talenti da portare nella Nazionale di calcio…

E dei personaggi, che mi dite?
Il protagonista è Kos, un ragazzino di tredici anni con un sacco di pazienza e con una fantasia sfrenata. Poi ci sono le sue sorelle, che non lo calcolano. Almeno fino a quando…

Aspettate, non possiamo svelare troppo! Datemi tre aggettivi per descrivere questi personaggi.
Libbie, la sorella maggiore: responsabile, protettiva, innamorata (di Felix, il poeta)
Briek, la mezzana dark tutta piercing: svogliata, negativa, lunatica (ma, in fondo, tenera, dai)
Pel, la sorellina più piccola, di nove anni: ingenua, ottimista, iperattiva (fantastica!)
Kos: altruista, fantasioso, determinato. Emotivo, anche. Sensibile e…

Ehi, questi sono più di tre aggettivi!
È perché Kos è il protagonista, e anche il narratore della storia. Affida i suoi pensieri a un vecchio registratore e il lettore riesce a immedesimarsi in lui, a capire le sue emozioni, i suoi sentimenti, il suo carattere che cambia. Le sue bugie, anche. Se il narratore fosse stato un altro personaggio, la storia sarebbe stata completamente diversa! Poi, c’è di mezzo anche Isabel e la sua voce che commenta e spiega al lettore. È stata lei ad ascoltare la registrazione di Kos e a convincerlo a farne un libro.

Secondo voi, tra le pagine di Hotel Grande A ci sono dei messaggi? Quali sono i temi che vi sono saltati all’occhio?
Sicuramente, uno dei temi principali è quello del distacco dei genitori, della malattia e della morte. I quattro fratelli lo vivono in modo diverso: Pel, per esempio, crede che la mamma sia presente negli animali e negli oggetti; Briek è piena di malinconia e si sfoga cantando i suoi blues. Però, questo tema così pesante è trattato in modo leggero, con uno stile quasi comico. Ovviamente, non c’è niente di comico nella morte, ma il libro ci insegna che tutto cambia in base a come noi guardiamo le cose, a come le affrontiamo. Bisogna essere positivi e guardare il bello che c’è.
Un altro tema è quello del raccontare. Kos dice che raccontare per lui è indispensabile e che è utile dire o scrivere quello che abbiamo dentro e che ci pesa: serve a renderlo più leggero e accettabile. La fantasia è l’arma vincente di Kos, che inventa un sacco di storie, che a volte lo cacciano nei guai, a volte lo mettono in salvo.

E l’amore?
L’amore! Come no! Di tanti tipi, che cambiano in base all’età: è ingenuo da piccoli (come quello di Pel per il suo “fidanzato”), è affettuoso, a volte affrettato, intenso; a volte finisce, a volte dura per tanto tempo, come quello tra i genitori di Kos, che continuerà per sempre. Abbiamo imparato questa cosa: come dice Isabel “Non si infila subito la forchetta nell’arrosto”. (Leggete e capirete!)
Poi c’è il tema del coraggio. In questo libro, ce n’è tanto. È un altro messaggio che arriva al lettore: nella vita bisogna essere coraggiosi. Bisogna essere prudenti, certo, ma a volte anche rischiare. Buttarsi per ottenere ciò che si vuole.
E poi, Hotel Grande A. Questa “A” lascia libera interpretazione. Secondo noi, anche qui c’è un messaggio: non avere pregiudizi.

In che senso? Spiegatevi meglio.
Nel senso che all’apparenza tutto può essere letto in modo diverso, ognuno può dare la propria interpretazione alle cose. Gli ospiti che se ne andavano dall’Hotel riempivano la parola, ad esempio «Hotel Andiamocenevia». Anche le persone, all’apparenza, possono essere giudicate per ciò che non sono. È solo conoscendole, vivendole, che si può capire chi sono veramente. Come l’Hotel Grande A, Hotel Grande Amore.

Okey, ragazzi. Provate a mettere voi una parola al titolo del libro, adesso che l’avete letto e l’avete apprezzato. Per voi, Hotel Grande A…?
«Altruismo» – Ema, 13 anni;
«Aiuto» – Marghe, 11 anni;
«A Caso!» – Ale, 13 anni;
«Accoglienza» – Ale, 13 anni;
«Azzuffata!» – Fra, 13 anni;
«Affetto» – Camilla, 13 anni.

Bello! E adesso, qualcosa da aggiungere?
Una cosa sì: potrebbero farci un film, da questo libro! Lo aspettiamo.

Il GdL delle 15.00 del sabato pomeriggio
La Libreria Volante di Lecco – Sabato 28 Aprile 2018

*Claudia è una preziosa aiuto-libraia volante e, tra le tante cose che fa, conduce i gruppi di lettura per ragazzi di 11-13 anni e 14-18 anni.

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