Quelle piccole gioie irrecuperabili
L’estate del ’78 è, per Roberto Alajmo, quella che cambierà la sua vita di studente, figlio e uomo. È luglio e fa caldo, Roberto cammina con gli amici per le strade di Mondello, si concedono una pausa dallo studio per gli orali di maturità. Incontrano, seduta sul marciapiede, Elena, la madre di Roberto, che da tempo non vive più con lui e il fratello. Lo aspetta per salutarlo, ma non bussa alla porta. Un incontro apparentemente banale ma che ha in sé un mondo di significati ed emozioni sottese. Non a caso Alajmo lo inserisce a pieno titolo nel Repertorio delle Gioie Irrecuperabili (“quel genere di piaceri che non siamo in grado di cogliere sul momento, e di cui ci rendiamo conto solo qualche tempo dopo”, tra cui leggere senza occhiali, mangiare frittura a cena, evitare di asciugarsi i capelli dopo lo shampoo, far l’amore con una certa persona, abbracciare un genitore). Soprattutto, quello che Roberto non sa è che quella sarà l’ultima volta in cui vedrà sua madre: di lì a poco la donna deciderà di togliersi la vita urlando al mondo che è stata lei a scegliere il momento. Di qui Alajmo ci prende per mano e ci conduce nel suo mondo, nella cucina e nella stanza da letto, in un continuo passaggio tra la vita privata dei pranzi di Natale e dei giovedì sera trascorsi a guardare il Rischiatutto, e quella pubblica dei cambiamenti politici e culturali. È un viaggio intimo e personalissimo, in cui la scrittura lucida e tenera lascia spazio a fotografie che rendono ancora più materico il racconto; il passato si intreccia continuamente al presente, l’essere figlio all’essere padre, la perdita alla liberazione. Il mondo di Alajmo è complesso e contraddittorio ma ce lo restituisce con un linguaggio semplice e puntuale, capace di emozionare senza trascurare la lievità e l’ironia che sempre accompagnano la vita.
L’estate del ’78, Roberto Alajmo, Sellerio, pp. 176, euro 15.
ISBN: 9788838937729
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